Il fallimento aziendale e Cash Flow sono strettamente collegati: molte imprese non falliscono per mancanza di clienti, ma perché non gestiscono bene i flussi di cassa. Capire e controllare il cash flow è la chiave per non cadere nella crisi.
Qualche giorno fa ho incontrato una storica azienda familiare, un’impresa con decenni di lavoro e sacrifici alle spalle.
Il Founder, uomo di grande esperienza e dignità, era affiancato dalla figlia. Con voce provata mi raccontava dei tanti tentativi alcuni al limite per salvare l’azienda: operazioni suggerite, piani riscritti, soluzioni tampone.
Alla fine, l’unica conclusione ricevuta era: chiudere.
Una parola pesante, soprattutto quando dentro quell’impresa ci sono ricordi, persone, famiglie. Eppure nessuno si era fermato a capire perché un’azienda da 5 milioni di euro di fatturato fosse arrivata a produrre debito invece che ricchezza; nessuno aveva verificato se ci fossero margini di recupero.
In molti casi, la risposta non è chiudere.
Se un’impresa genera la giusta marginalità, può ripagare i debiti nel tempo. Ma serve capire cosa impedisce di generare cassa positiva.
Cash Flow e Free Cash Flow: la chiave per ristrutturare davvero un’azienda (e non solo spostare il problema)
Cash Flow e Free Il cash flow è il flusso di cassa che entra ed esce dall’azienda: incassi, pagamenti, investimenti.
È il sangue che scorre nel sistema.
Molti guardano al fatturato o all’utile contabile, ma la vera misura di salute è il flusso di cassa. Un’azienda può essere in utile e, allo stesso tempo, non avere liquidità per pagare fornitori o stipendi.
Dinnanzi ad un fallimento aziendale, Il free cash flow (FCF) è ciò che resta dopo aver pagato tutto: costi operativi + investimenti necessari a mantenere il business.
È la cassa davvero libera, quella che permette di:
• distribuire dividendi sostenibili,
• pagare stipendi adeguati,
• ridurre debiti,
• finanziare crescita e innovazione.
Formula chiave:
Free Cash Flow = Cash Flow Operativo – Investimenti (Capex)
Quando il free cash flow è positivo e stabile, l’impresa crea valore reale. È la differenza tra sopravvivere e costruire ricchezza duratura.
Nel mezzo di debiti accumulati, margini ridotti e liquidità scarsa, spesso si consigliano procedure o operazioni per spostare il problema nel tempo: accordi, ristrutturazioni, scissioni, azioni legali a vario titolo, ecc ecc
Sono azioni, tattiche, non strategie: fanno guadagnare tempo, ma non risolvono la causa. A volte peggiorano il quadro, perché non considerano gli effetti su fornitori, banca, famiglia, motivazione interna.
La domanda giusta è una sola:
Perché la mia azienda non genera più cassa libera?
Finché non si risponde a questo, nessuna procedura per quanto ben scritta può funzionare davvero.
Tornare a generare cassa positiva: le 4 leve operative
Un piano di risanamento funziona solo se l’impresa torna a cash flow positivo.
Questo richiede di andare a fondo nei numeri e rimettere mano al modello operativo:
1. Mappare la cassa: capire con precisione dove si genera e dove si brucia.
2. Alzare i margini: pricing, mix prodotto/cliente, taglio sprechi e costi non produttivi.
3. Accelerare gli incassi e ordinare i pagamenti: credito commerciale, magazzino, termini con fornitori.
4. Investire selettivamente: solo progetti con ritorni misurabili e tempi coerenti con la curva di cassa.
Solo così qualunque piano finanziario o legale diventa sostenibile nel tempo.
La bussola: controllo di gestione, non adempimenti
Serve un sistema di controllo di gestione vero, non un report a fine anno.
Uno strumento decisionale che dica, in tempo quasi reale:
• dove si genera margine,
• quali prodotti/aree drenano liquidità,
• quali investimenti rendono e quali no.
Senza controllo di gestione, l’imprenditore vola alla cieca.
Con il controllo di gestione, vede prima le turbolenze e corregge la rotta.
Accanto al controllo, serve una politica finanziaria intelligente per ottimizzare gli investimenti e sfruttare ogni leva disponibile.
Mai come oggi esistono strumenti in grado di liberare risorse e migliorare la redditività:
• ZES Unica, per investimenti produttivi e patrimoniali,
• Transizione 5.0, per digitalizzazione ed efficienza,
• Bandi Fotovoltaico e Marchi,
• Fondo Termico 3 (in arrivo), per riqualificazione energetica.
Inseriti in una strategia coerente, questi strumenti aiutano a ricostruire una base solida di free cash flow.
Conclusione: dalla diagnosi alle decisioni
Ristrutturare non significa spostare i problemi: significa ricostruire la capacità di generare liquidità vera, mese dopo mese.
Si fa così:
1. Controllo di gestione rigoroso, per capire dove si crea valore.
2. Politica finanziaria selettiva, per allocare risorse solo su ciò che genera ritorno.
3. Uso intelligente delle agevolazioni, per accelerare la traiettoria di cassa.
Ogni piano di risanamento parte dai numeri, ma si realizza con una visione.
E una visione nasce quando i dati diventano decisioni e la cassa torna a essere libertà.
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Genesis Fin — Dal dato alla soluzione. Una bussola per le imprese.





